Dove e come smaltire gli apparecchi elettrici ed elettronici

Ogni anno gli italiani si liberano di centinaia di migliaia di tonnellate di apparecchiature che per funzionare dipendono dall’energia elettrica. Ad alcuni potrebbe sembrare un’ovvietà, ma gettare questi dispositivi nel bidone della raccolta indifferenziata è terribilmente nocivo per l’ambiente e un enorme spreco economico. Infatti, le apparecchiature elettriche spesso contengono materiali come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, oro, argento, mercurio e piombo. Solo alcuni di questi sono considerati tossici per l’ambiente, ma tutti possono essere riciclati nella produzione di nuovi prodotti.

Tutti i dispositivi progettati per funzionare a tensioni inferiori a 1000 V AC o 1500 V AC rientrano per direttiva europea 2012/19/UE nella definizione di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Questa direttiva ha come fine ultimo quello di ridurre lo spreco dei materiali riciclabili usati nella produzione di questo tipo di macchine e di diminuire la quantità di rifiuti (tutti non biodegradabili) elettrici ed elettronici che vengono dispersi nell’ambiente contribuendo all’inquinamento globale.

La raccolta dei RAEE è organizzata in base a cinque gruppo tipologici di appartenenza:

Rispettare questa differenziazione dei RAEE per categoria di appartenenza è importantissimo per garantire il corretto riciclo dei loro componenti.

Come identificare i RAEE?

Come stabilito nella sezione precedente, gli apparecchi elettrici ed elettronici che potrebbero potenzialmente rientrare nella definizione di RAEE sono moltissimi. Quasi sempre i RAEE sono facili da identificare come tali, ma alcuni prodotti possono creare confusione. In questi casi, come si fa a capire se si ha a che fare con un RAEE? Niente di più semplice. Basta cercare sul prodotto il simbolo del cassonetto barrato. Se è presente, il dispositivo va smaltito come RAEE.

Se il simbolo del cassonetto barrato non appare sul dispositivo, si potrebbe essere comunque in presenza di un RAEE. Infatti, la legge ne ha reso obbligatorio l’uso soltanto nel 2005. Quindi, se il dispositivo in questione è piuttosto obsoleto e si hanno ancora dei dubbi, la soluzione migliore è quella di effettuare alcuni controlli. Prima di tutto, ci si può affidare al sito del Centro di Coordinamento RAEE per capire se il prodotto rientra in una delle 5 categorie base. Se non si è ancora del tutto certi, si può consultare un esperto presso uno dei Centri di Raccolta RAEE certificati.

Una volta identificato correttamente un RAEE, come bisogna procedere? Dove recarsi? Vediamo le principali alternative disponibili.

Centri di Raccolta RAEE

La direttiva 2012/19/UE che definisce i RAEE impone ai comuni italiani l’obbligo di mettere a disposizione dei cittadini e dei distributori adeguati sistemi di raccolta differenziata per le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Naturalmente, i Centri di Raccolta devono essere situati in luoghi idonei, e pavimentati in modo da tenere separati i 5 raggruppamenti di RAEE. Detto questo, i singoli comuni non sono tenuti a costruire CdR sul proprio territorio e i cittadini non hanno l’obbligo di smaltire i RAEE nel CdR del proprio comune di residenza. Anzi, ogni CdR può servire più comuni di una stessa zona e ognuno è libero di recarsi presso il centro che preferisce, a patto siano rispettate le normative vigenti sulle modalità di smaltimento.

Controllare la posizione del CdR più vicino è facilissimo. Basta usare lo strumento localizzatore apposito sul portale del Centro di Coordinamento RAEE. Ad ogni modo – se si è impossibilitati a trasportare i propri RAEE ingombranti al CdR più vicino – si possono sfruttare i servizi di raccolta a domicilio offerti gratuitamente da moltissimi comuni.

Punti vendita della distribuzione e Centri di Assistenza Tecnica

Un’opzione ancora più comoda è quella di usufruire del ritiro da parte dei Distributori e dei Centri di Assistenza Tecnica. Per legge, tutti i punti vendita ed assistenza di AEE su territorio nazionale hanno l’obbligo per legge di effettuare la raccolta di tutti i prodotti che rientrano in una delle cinque categorie RAEE in modalità “1 contro 1”. Questo significa che ogni volta che si acquista un nuovo apparecchio è possibile affidare lo smaltimento di quello vecchio al Distributore. Ma non è tutto, per i Distributori che hanno un punto vendita di dimensioni pari o superiori a 400 mq l’obbligo è ancora più stringente. Questi ultimi sono costretti ad offrire ai consumatori il servizio di smaltimento dei RAEE di dimensioni inferiori a 25 cm anche in modalità “1 contro 0”, e cioè senza che il privato effettui acquisti. È da tenere a mente che i Distributori e i Centri di Assistenza Tecnica che non si attengono a queste direttive infrangono la legge e possono essere soggetti a sanzioni pecuniarie.

I doveri del consumatore

Fino ad ora, l’articolo ha trattato dei vincoli imposti dalla direttiva europea 2012/19/UE sullo smaltimento dei RAEE per gli enti istituzionali e per le aziende coinvolte nella progettazione, produzione e vendita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tuttavia, è bene chiarire che i maggiori responsabili del corretto riciclo di questa categoria di prodotti rimangono i consumatori.

Oltre ad avere il dovere morale di contribuire alla conservazione del proprio territorio e al corretto utilizzo delle risorse, i consumatori hanno l’obbligo legale di provvedere al corretto smaltimento di tutti i rifiuti domestici che producono, inclusi quelli elettrici e/o elettronici. L’abbandono di rifiuti RAEE in luoghi non certificati  per la raccolta è punibile con sanzioni amministrative. Inoltre, la gestione di rifiuti RAEE in qualunque fase del loro smaltimento da parte di persone non autorizzate è considerata reato ed è punibile penalmente.