I 5 miti da sfatare sulla domotica

Stando alle recenti indagini dell’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano, la domotica in Italia è un settore in piena espansione. Nel 2017 il mercato della Smart Home ha raggiunto i 250 milioni di euro, registrando un incremento del 35% rispetto all’anno precedente. Ad oggi, ben il 38% degli italiani possiede almeno un dispositivo domestico connesso e in 1 caso su 3 l’acquisto è avvenuto proprio nel corso del 2017. Nonostante questi numeri promettenti, la stessa indagine conferma che molti dei potenziali utenti ancora non comprendono appieno i benefici della domotica e/o non ne sentono il bisogno. Inoltre, oltre il 70% degli intervistati si dichiara preoccupato per la sicurezza dei propri dati e sceglie di avvalersi dei servizi di un  professionista anche per l’installazione di device domotici molto semplici.

Tirando le somme della situazione, la crescita degli ultimi anni è sicuramente un segnale positivo, ma una grossa fetta di potenziali consumatori non è ancora pronta ad adottare soluzioni IoT in ambito domestico. Non a caso, i dispositivi smart in maggiore crescita sono quelli che offrono benefici di più semplice e diretta comprensione (sicurezza e risparmio energetico) e nella maggior parte dei casi le opzioni smart vengono adottate come aggiunte all’impianto elettrico pre-esistente, senza preoccuparsi di portare avanti una visione o un progetto di insieme.

Ma i tanti miti sulla domotica che affollano le menti degli italiani, e che continuano a porre un freno sulla crescita del settore, sono veri? Dipende! Vediamoli uno ad uno.

La domotica costa troppo. Vero o falso?

Falso! La domotica costa sicuramente di più rispetto a un impianto tradizionale, ma questo non significa che sia necessariamente “troppo”. Come per ogni altro investimento, bisogna valutare i costi della domotica a fronte dei benefici che se ne traggono, sia a livello monetario che a livello di qualità della vita.  

Ma cerchiamo di quantificare i benefici in maniera più precisa. Come vi abbiamo spiegato nell’articolo Impianto elettrico a livelli, la normativa CEI (nello specifico, l’allegato A della norma 64-8/3) stabilisce che esistono tre tipologie di impianti elettrici: il livello 1 indica gli impianti tradizionali, il livello 2 gli impianti standard e il livello 3 gli impianti domotici.

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Un impianto elettrico standard soddisfa tutti gli standard di sicurezza imposti dalla legge, fornisce un buon livello di confort abitativo ed utilizza soluzioni orientate al risparmio energetico. In pratica, questo significa che  ha un numero maggiore di prese e di punti luce rispetto a un impianto tradizionale ed utilizza il videocitofono e un sistema di anti-intrusione per garantire la sicurezza degli utenti. Impianti di questo tipo costano in media tra i 2,000€ e i 3,000€ / mq, ma il prezzo può variare a seconda della qualità dei finimenti scelti e tende ad abbassarsi con l’aumentare della metratura dell’abitazione.

Un impianto elettrico domotico, o di livello 3, si può dire tale sono se incorpora almeno quattro funzioni domotiche: anti-intrusione e risparmio energetico, controllo dei carichi, gestione delle luci, controllo in remoto, rilevazione incendio, controllo della temperatura, scenari, diffusione sonora, e via dicendo. Ne consegue che per questo tipo di impianto la spesa varia non solo in base alle rifiniture e alla metratura, ma anche al numero di soluzioni che vengono integrate nel sistema. In generale, il costo che oscilla tra i 5,000€ e i 10,000€ / mq.

Impianto domotico: costi vs. benefici

Anche se indubbiamente più costoso, l’impianto domotico ha una resa maggiore rispetto agli altri. Ad esempio, si calcola che porti a un risparmio energetico pari o superiore al 25% del consumo totale annuo. Ma non è tutto, bisogna anche calcolare il valore generato per gli utenti a livello di miglioramento della qualità della vita e di valore dell’abitazione. Difatti, recenti analisi hanno rivelato che la dotazione di impianto di livello 3 incrementa il valore di un immobile in media del 10%.

Quali sono le conclusioni? Che la domotica potrà anche non essere adatta a tutti, ma il prezzo non è certo un buon motivo per rinunciarvi. Se non siete ancora convinti, sappiate anche che al momento è possibile fare richiesta di detrazione fiscale per il 65% delle spese d‘acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi domotici. Rientrano in questa categoria tutti i device multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative, volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti e a garantire un funzionamento efficiente degli impianti. La pagina dedicata dell’Agenzia delle Entrate offre sempre le novità e le informazioni più dettagliate in materia.

Installare la domotica, usarla ed effettuarne la manutenzione è difficile. Vero o Falso?

Falso! Come nel caso precedente si tratta di un mito che nasce da una fondamentale incomprensione di cosa sia la domotica e di come funzioni. Naturalmente un impianto domotico non si può realizzare con un approccio fai-da-te, ma lo stesso si può dire di un impianto elettrico di tipo 1 o 2. Le normative – oltre alla logica e al senso comune – impongono che questo tipo di lavori siano progettati ed eseguiti solo da tecnici specializzati, che ne garantiscano la sicurezza e l’efficienza.

Trattando tecnologie relativamente più nuove rispetto a quelle presenti in un impianto tradizionale, l’impianto domotico potrebbe rendere necessario trovare progettisti e installatori aggiornati. Tuttavia, la domotica è una branca del settore molto meno nuova di quanto non si possa pensare. I primi dispositivi domotici sono stati messi sul mercato già all’inizio degli anni ‘90, pertanto gli installatori qualificati non mancano. Se si parla invece della semplice installazione di piccoli gadget domotici, come l’assistente vocale Google Home, l’intervento di tecnici specializzati è assolutamente superfluo. Infatti, mentre la progettazione e l’installazione di un impianto elettrico sono attività estremamente complesse, l’uso e il mantenimento dei gadget domotici non dovrebbero esserlo. Questi device sono progettati per essere il più intuitivi possibile, quindi – se installati correttamente – non si può certo dire che siano di difficile utilizzo.

In breve, non è la domotica in sé ad essere complicata. Il suo utilizzo risulta tale solo quando non vengono seguite le pratiche di installazione più aggiornate, ottenendo così risultati scarsi.

I dati degli utenti sono a rischio. Vero o Falso?

Dipende! Il rischio c’è, ma bisogna valutare attentamente cosa significhi, di che tipo di rischio si tratta e se sia davvero un problema. Ormai è quasi impossibile tenere il conto delle decine di aziende alle quali abbiamo affidato i nostri dati e verificarne il grado di affidabilità. Ma evitare la tecnologia non è l’unico modo per cercare di tutelarsi.

Per proteggersi da hacker e altri malintenzionati del web è sempre buona pratica utilizzare password complicate, da sostituire in maniera regolare. Inoltre, è necessario leggere accuratamente le policy dell’azienda sul trattamento dei dati e scegliere solo aziende che seguano solo i più alti standard di sicurezza. Quest’ultimo punto è particolarmente importante  soprattutto per quanto riguarda la scelta di sistemi smart di chiusura, anti-intrusione e anti-furto. Per ovvi motivi, si tratta dei sistemi più vulnerabili alle attenzioni degli hacker e che quindi necessitano maggiormente di essere aggiornati e sottoposti a manutenzioni assidue.

Ci sono sempre problemi di compatibilità. Vero o Falso?

Falso. La domotica è una tecnologia relativamente nuova perché la sua penetrazione sulla popolazione totale di potenziali utenti è ancora bassa. Pertanto, nel settore esistono ancora diversi tipi di protocolli wireless per la connettività dei dispositivi, in quanto nessuno è riuscito a imporsi come protocollo dominante. È quindi possibile che tra dispositivi che utilizzano protocolli diversi ci sia incompatibilità, ma il problema non è né frequente né insormontabile. Esistono protocolli sufficientemente diffusi da rendere possibile l’installazione di dispositivi di produttori diversi, tutti perfettamente compatibili tra di loro. Sta al progettista dell’impianto consigliare all’utente finale i dispositivi più adatti in base ai suoi bisogni e al protocollo che usano.

La domotica serve solo a una certe tipologia di utente. Vero o Falso?

Falso. Secondo l’Osservatorio Internet Of Things, la maggior parte degli italiani dice di non aver ancora investito nella domotica perché ritiene di non averne bisogno. Infatti, uno dei pregiudizi più diffusi sulla domotica è che sia un bene di lusso destinato solo a persone molto abbienti o con problemi di mobilità. Ma come abbiamo visto nel corso dell’articolo, oggi la domotica non è più una realtà così esclusiva come un tempo. Nel 2018 la domotica è un bene alla portata di tutti, da vedere come un investimento a lungo termine per il raggiungimento del proprio benessere psicofisico e materiale in quello che è l’ambiente più importante della vita di tutti: la casa.